Tesi dei nuovi movimenti sociali: critica, significato e conclusioni

È attraverso le azioni dei movimenti sociali, che possono essere definiti come gruppi di individui simili che si uniscono in una varietà di forme organizzative per tentare di mettere in atto o prevenire il cambiamento sociale, che il rapporto tra lo stato e la società civile viene spesso trasformato. Ad esempio dal diciannovesimo secolo, il movimento operaio in Europa occidentale ha contribuito ad aumentare il controllo della società civile su tutto lo stato estendendo i diritti politici e sociali. Ciò ha assicurato che lo stato deve tentare di (almeno) essere operato nell'interesse generale della maggioranza dei suoi cittadini.

Nonostante il diffuso riconoscimento dell'importanza del movimento operaio, lo studio di altri movimenti sociali fu relativamente trascurato nei primi due decenni del periodo post-bellico (Scott, 1990: 1-3). Tuttavia, sin dalla nascita di importanti movimenti di protesta alla fine degli anni '60, come il movimento Black Power, le campagne contro la guerra del Vietnam e i movimenti di protesta studenteschi nell'Europa occidentale nel 1968, i movimenti sociali sono diventati oggetto di un controllo più approfondito da sociologi politici.

Per molti teorici, i movimenti sociali contemporanei sono fondamentalmente diversi da quelli della società industriale classica. Sono stati quindi battezzati nuovi movimenti sociali. Esempi di NSM includono: gruppi femministi, come le donne in Gran Bretagna che nei primi anni '80 hanno istituito un campo di pace a Greenham Common e hanno partecipato alla campagna per il disarmo nucleare; movimenti preoccupati di questioni sessuali come il Gay Liberation Front e l'Aids Coalition to Unleash Power (ACT UP); attivisti per i diritti degli animali come il Fronte di liberazione degli animali, che ha fatto ricorso all'uso di lettere bomba e altri atti di violenza nei loro sforzi per pubblicizzare la situazione degli animali; e gruppi ecologici come Earth First che hanno protestato contro la distruzione della natura (vedi riquadro 5.1).

La novità delle NSM può essere vista nella loro disillusione nei confronti della politica statalista della sinistra socialista e della destra neoliberale, e del loro esplicito rifiuto dello stato come strumento che può essere utilizzato per creare giustizia sociale e garantire la responsabilità democratica. In effetti, la caratteristica distintiva distintiva degli NSM è la diffidenza verso qualsiasi forma di governo centralizzata e gerarchica. Contrariamente al movimento dei lavoratori, gli NSM quindi non cercano di controllare lo stato. Invece, si sostiene, le NSM mostrano forme innovative di organizzazione democratica che sono radicate nella difesa di una società civile pluralistica e autonoma.

Legato al loro sospetto di stato è l'obiettivo globale di molti NSM. Un buon esempio sono i gruppi ambientalisti, come Friends of the Earth, che hanno sottolineato l'impotenza delle soluzioni statali di fronte a problemi come l'inquinamento, il riscaldamento globale e l'erosione dello strato di ozono, che sono geograficamente sconfinati.

Di conseguenza, molti gruppi ambientalisti sono sempre più attori globali e hanno aumentato la consapevolezza della crescente natura globale di molti dei problemi che l'umanità deve affrontare. Come nota Melucci (1995: 114), una delle caratteristiche distintive delle NSM è che "anche quando l'azione si svolge a un livello specifico e particolaristico, gli attori mostrano un alto grado di consapevolezza dell'interdipendenza planetaria".

La consapevolezza del fallimento delle soluzioni stataliste ai problemi umani è comune anche agli altri movimenti normalmente identificati come NSM, come i gruppi antirazzisti, come la Lega Anti-Nazista e i movimenti di liberazione gay e lesbiche, come Outrage e ACT UP. Più in generale, questo antistatalismo può essere visto come parte di un più ampio rifiuto dell'autoritarismo, associato non solo allo stato, ma anche a pratiche coercitive da parte di altri movimenti sociali, come gruppi fascisti o razzisti.

Box 5.1 Campagne Anti-Roads in Gran Bretagna :

Negli anni '90, le proteste ambientaliste contro il programma di costruzione di strade del governo in luoghi come Twyford Down, Fair- mile e Preston hanno fornito un buon esempio di attività NSM. Differivano dalle precedenti campagne anti-strade in tre modi principali.

Innanzitutto, i manifestanti hanno eluso consapevolmente il processo di consultazione formale a favore dell'azione diretta.

Secondo, molti attivisti hanno affermato una contro-cultura centrata su ideali anarchici e anti-modernisti. Questi attivisti erano spesso critici nei confronti di gruppi ambientalisti considerati "istituzionali" come Greenpeace, che a loro volta consideravano tale radicalismo come un potenziale ostacolo al sostegno generale per le cause ambientali in generale. Gli "eco-guerrieri" che hanno partecipato alle campagne anti-strada hanno creduto nell'azione spontanea piuttosto che nell'organizzazione politica formale.

Il gruppo di giustizia di Brighton, ad esempio, si definiva una "disorganizzazione". Inoltre miravano a un cambiamento radicale verso uno stile di vita ecologicamente sostenibile, piuttosto che a cambiamenti politici frammentari. Durante la campagna contro l'estensione di un'autostrada attraverso Wanstead e Leyton nell'East London, ad esempio, i manifestanti hanno allestito degli squat lungo il percorso e li hanno dichiarati "Free States" per la promozione di stili di vita alternativi.

In terzo luogo, gli attivisti hanno utilizzato tattiche di presa del titolo, come impedire la costruzione di strade occupando alberi e scavando gallerie sotto terra minacciata dalla costruzione di strade. Tali campagne sono state coordinate in parte da Earth First, che è stato istituito all'inizio degli anni '90. Questo gruppo non aveva una struttura organizzativa nazionale e nessuna leadership formale.

Le campagne anti-stradali sono state invece organizzate tramite e-mail, newsletter e contatti diretti nei college e nelle università. Le singole campagne si dispersero rapidamente quando una particolare strada era stata costruita o fermata. Earth First ha avuto un notevole successo nel sollevare il profilo dei problemi di trasporto della Gran Bretagna attraverso un'ampia copertura mediatica delle proteste di alto profilo. Ancor più significativamente, hanno direttamente influenzato il governo conservatore, che ha ridotto il loro programma di costruzione di strade nel 1989 a un terzo delle sue dimensioni originali.

Fonte: Doherty, B. (1998)

Ad esempio, il movimento antirazzista in Gran Bretagna, che si è sviluppato alla fine degli anni '70, mancava di fiducia nella capacità dello stato di contrastare efficacemente i gruppi neo-nazisti emergenti che minacciavano la sicurezza di molte delle minoranze etniche britanniche (Brittan, 1987). Così le coalizioni informali di gruppi anti-nazisti hanno organizzato proteste, petizioni ed eventi mediatici per contrastare l'aumento di popolarità dei gruppi razzisti come il Fronte Nazionale.

Il rifiuto dell'autoritarismo da parte delle NSM può anche essere visto nel loro rapporto con il movimento operaio e la teoria marxista. Gli obiettivi delle NSM sono molto diversi dai movimenti socialisti tradizionali e segnano un "passaggio da una visione di un'improvvisa e totale trasformazione dell'ordine sociale alla speranza che cambiamenti parziali, locali e continui possano portare a una trasformazione profonda come una rivoluzione "(Garner, 1996: 101).

In termini di composizione sociale, gli NSM sono, si sostiene, non radicati nella classe lavoratrice nello stampo del movimento operaio. Invece, "i nuovi movimenti sociali sono tipicamente o prevalentemente movimenti delle classi medie istruite, specialmente la" nuova classe media "o della sezione più istruita / privilegiata di gruppi generalmente meno privilegiati" (Scott, 1990: 138).

I teorici degli NSM hanno sottolineato che questi gruppi non possono essere ridotti al loro interesse di classe, e quindi dovrebbero essere considerati come trascendenti le relazioni di classe, o in alternativa hanno una classe radicalmente ridefinita, consentendo così l'adattamento dell'analisi di classe allo studio di questi movimenti. Esempi interessanti del tentativo di ripensare la relazione tra marxismo, classe sociale e NSM si possono trovare nel lavoro di Touraine (1981) ed Eder (1993).

Per Touraine (1981: 77), i movimenti sociali rappresentano il comportamento collettivo organizzato di un attore di classe che lotta contro il suo avversario di classe per il controllo sociale della storicità. Tuttavia, Touraine sta usando il concetto di classe in un modo molto diverso dai pensatori marxisti. Il problema con l'analisi marxista, per la Touraine, è che riduce le azioni dei movimenti sociali per favorire o cercare di impedire l'inevitabile marcia in avanti della storia verso il comunismo.

Quindi i movimenti sociali sono considerati non riflessivi e solo vagamente consapevoli dei processi sociali più profondi attraverso i quali le loro azioni sono guidate. La Touraine vuole invece riaffermare l'importanza dell'azione sociale, con i movimenti sociali che sono al centro della sua teoria del cambiamento sociale. Inizia quindi il suo contributo più importante al dibattito NSM nel modo seguente: "Gli uomini fanno la loro storia: la vita sociale è prodotta da conquiste culturali e conflitti sociali, e nel cuore della società brucia il fuoco dei movimenti sociali" (Touraine, 1981: 1).

L'uso del termine storicità di Touraine fa riferimento all'oggetto della lotta dei movimenti sociali, che non è quello di afferrare lo stato e usarlo per opprimere i nemici di classe dei movimenti, ma piuttosto è incentrato sul conflitto rispetto ai sistemi di valori concorrenti attraverso i quali l'architettura della società è costruita: questa è la storicità di un sistema sociale.

Quando Touraine parla di conflitto di classe, quindi, ha in mente una lotta per la "rappresentazione simbolica" dell'esperienza, la cui costruzione non può essere ridotta ad antagonismi sui mezzi di produzione materiale. Quindi il movimento operaio del diciannovesimo secolo, come descritto dal marxismo, non era un movimento sociale in termini di definizione di Touraine perché non era guidato da "orientamenti normativi, da un piano, in effetti un richiamo alla storicità" (Touraine, 1981 : 78).

Il movimento del lavoratore era, secondo Touraine, inteso dai marxisti come una pedina in una partita a scacchi in cui il risultato e la strategia schierata, se non la direzione di ogni mossa, era già nota, non necessariamente dal movimento stesso, ma certamente dal teorico marxista! Le ipotesi teleologiche del marxismo devono essere respinte se le vere nature dei movimenti sociali devono essere rivelate come "forme di comportamento culturalmente orientate e non come la manifestazione delle contraddizioni oggettive di un sistema di dominio" (Touraine, 1981: 80).

Come Touraine, Eder (1993) sottolinea la necessità di analizzare i movimenti sociali in termini di cultura, mantenendo allo stesso tempo un concetto di classe rivisto. Innanzitutto, Eder rifiuta l'idea che il conflitto di classe possa essere ridotto alla lotta tra capitale e lavoro. In secondo luogo, il concetto di classe mantiene comunque un'utilità perché le lotte degli NSM non riguardano semplicemente la richiesta di inclusione universale e paritaria nel sistema sociale: riguardano anche la lotta tra "interessi antagonisti e persino incommensurabili" (Eder, 1995). : 22).

In terzo luogo, l'uso della classe in un modo che enfatizza i conflitti culturali (così come materiali), consente la possibilità di contabilizzare conflitti sociali ancora sconosciuti o non sviluppati, che possono essere basati su divisioni sociali diverse da quelle esistenti tra i proprietari dei mezzi di produzione e dei lavoratori sfruttati.

Per Eder, gli NSM possono essere intesi in termini di classe come esempi di "radicalismo della classe media" (Eder, 1993). Questa nozione ci permette di andare oltre la definizione naturalistica inerente alla teoria marxista dove la classe è "legata alle forze naturali, le forze della produzione" verso una concezione della classe legata al problema dell'identità culturale (Eder, 1995: 36).

Si sostiene che per mantenere le loro identità culturali indipendenti la lotta per il riconoscimento della diversità non può essere centrata singolarmente sullo stato. Per scrittori come Melucci, un prerequisito centrale per la ridefinizione della democrazia da parte delle NSM è la creazione e il mantenimento di "spazi pubblici indipendenti dalle istituzioni di governo, dal sistema partitico e dalle strutture statali" (Melucci, 1989: 173).

Questo perché gli NSM sono interessati a obiettivi diversi e profondi, che sono spesso centrati su questioni di moralità, piuttosto che sull'estensione della cittadinanza politica (Eder, 1993: 149). Per Melucci (1989), gli NSM portano alla ribalta lotte sociali che sono state ignorate a causa di una eccessiva concentrazione sui lavoratori da parte dei marxisti o da un'ossessione per l'uguaglianza formale a favore dei liberali.

Quindi i conflitti sul genere, la sessualità, l'ecologia e l'abuso degli animali sono stati fondamentali per le NSM. Queste aree di lotta sociale sono state spesso indicate come post-materiale dai teorici dell'NSM, poiché non si concentrano principalmente su questioni di reddito, ricchezza o rappresentazione politica formale e sono state quindi definite come sociali o culturali, piuttosto che di natura politica ( Scott, 1990: 13). Per questo motivo, la principale arena di lotta delle NSM si trova all'interno della società civile piuttosto che orientata verso lo stato, che è visto dagli NSM come non aver garantito la giustizia sociale e la libertà dalla discriminazione.

Gli NSM hanno fornito potenti critiche alle funzioni di benessere dello stato, puntando alla loro base su ipotesi patriarcali, omofobiche e razziste, oltre ad essere connesse con una crescita economica ecologicamente insostenibile e il mantenimento di sistemi distruttivi di "difesa" (Pierson, 1991: Ch 3).

Touraine (1981) ha identificato come uno Stato sempre più tecnocratico si trasferisce a colonizzare la società civile per esercitare il controllo sociale. Da questa prospettiva, gli NSM sono importanti difensori della società civile dalla macchina statale sempre più coercitiva. Questa coercizione assume la forma, non solo di forza fisica, ma è asserita attraverso discorsi di potere che tentano di inibire l'autogestione dei problemi sociali e creare dipendenza dagli agenti dello stato come il servizio sanitario, il sistema educativo e la sicurezza sociale fornitori.

È per questo motivo che Melucci (1989) sostiene la massima indipendenza per le NSM e il deliberato allontanamento dagli organi dello stato. Se gli viene concessa la necessaria libertà dall'interferenza dello stato, le NSM possono essere "laboratori sociali", creando stili di vita innovativi. Non si concentrano sul confronto con il potere dello stato, ma sul cambiamento dei rapporti umani a livello micro.

Di conseguenza, "la resistenza interazionista e culturale è un processo in corso e può assumere la forma di performance e stile di gioco piuttosto che di organizzazione politica" (Gamer, 1996: 392). Attraverso queste strategie di resistenza all'interno della società civile, lo stato tecnocratico viene rivelato come "non più il dio onnipotente che è stato concepito per essere" (Touraine, 1981: 6).

Oltre a presentare nuove sfide ideologiche allo stato, gli NSM hanno anche adottato nuove forme di organizzazione e tattiche per promuovere se stessi. Gli NSM pongono grande enfasi sui sistemi organizzativi non gerarchici, che sono spesso molto flessibili e implicano l'interazione di reti sciolte di individui auto-consapevoli ed egalitari che rifiutano consapevolmente l'accentramento aggressivo dei partiti tradizionali, dei sindacati e dei gruppi di pressione.

Le forme organizzative fluide adottate dalle NSM sono dichiarazioni concrete dei valori democratici che sposano. Dal punto di vista organizzativo, gli NSM non fanno affidamento su un gruppo elitario di attivisti professionisti comuni alla maggior parte dei gruppi di pressione e hanno invece un'iscrizione fluttuante e dinamica.

Gli attivisti segnalano il loro sostegno, non attraverso il pagamento di un abbonamento, o con la tessera associativa, ma attraverso azioni sporadiche come organizzare petizioni, attirare l'attenzione dei media, manifestare a favore o contro i cambiamenti politici da parte del governo e protestando contro ideologicamente gruppi opposti come le forze razziste, omofobiche o altre forze socialmente conservatrici.

I sostenitori degli NSM vedono queste reti di affiliazione come una forza. Resistendo all'istituzionalizzazione delle loro varie cause, possono più facilmente conservare la loro indipendenza e la loro purezza ideologica, oltre a consentire lo spazio al di fuori delle strutture formali e oppressive per la costruzione della fiducia e della solidarietà tra i loro membri.

Tatticamente, i loro sforzi innovativi per influenzare l'opinione pubblica e per sostenere discorsi alternativi che sfidano l'ortodossia burocratica dei partiti tradizionali e dei gruppi di pressione vanno deliberatamente oltre le strette azioni politiche. Come scrive Garner (1996: 99), le tattiche delle NSM hanno incluso atti così diversi come: "Dimostrazioni di pace di massa, occupazioni abusive di edifici per proteggere la penuria di alloggi e gentrification, la formazione di collettivi femministi, esperimenti nei media e nelle arti comprese proteste culturali come il punk e molte azioni locali contro le centrali nucleari e l'inquinamento industriale ".

Per esempio la Greenham Common Women, si è basata su azioni dirette non violente come rimuovere recinzioni, teatro di strada e trottole intorno alla base militare di Greenham. Il gruppo gay e lesbico britannico Outrage ha pubblicizzato il suo messaggio attraverso matrimoni gay di massa, "kiss-in" e bombardando le scuole con volantini sul sesso sicuro (Studzinski, 1994: 17, 50).

Molte di queste azioni riguardano l'affermazione di identità eterogenee come simboli e segni di stili di vita alternativi. Sono una reazione non solo al potere coercitivo e ai discorsi disabilitanti dello stato, ma anche alla crescente mercificazione di tutte le sfere della vita e alla promozione della cultura spazzatura associata all'affermazione dei neo-liberali del libero mercato come arbitro principale di successo nelle società tardo moderne.

I tentativi di classificare gli NSM in termini di linguaggio antico del discorso politico, come sinistra contro destra, o riforma contro rivoluzione, sono (si sostiene) per non riconoscere la natura distintiva di questi movimenti. Gli NSM tentano di trascendere l'enfasi tradizionale del movimento operaio sulla promozione dei diritti dei lavoratori maschi di corpo bianco, così come fanno l'accento conservatore sulla proprietà privata patriarcale.

Rifiutano lo "stato rivoluzionario di tipo sovietico" tanto quanto lo Stato liberale paternalista e dipendente dalla dipendenza (Touraine, 1981: 17). I teorici degli NSM sottolineano i pericoli di vedere tali movimenti come mere appendici alla più grande lotta dei lavoratori contro i capitalisti, e sottolineano il fallimento dei vecchi movimenti sociali nel tener conto delle diverse esigenze degli altri membri della società.

Ad esempio, come sostengono Campbell e Oliver (1996: 176) in relazione al movimento per disabili, l'idea che i disabili possano raggiungere i loro obiettivi attraverso un legame più stretto con il movimento operaio "vola di fronte alla storia" poiché spesso è stato il movimento operaio che ha ostacolato i progressi verso l'estensione dei diritti per i disabili.

Il riconoscimento dell'inevitabilità della differenza e la celebrazione del pluralismo culturale sono centrali nella concezione della democrazia della NSM, in contrasto con i resoconti liberale e marxista sull'universalità dell'individuo (liberale) o del proletariato come classe universale (marxista ). Mentre molti NSM potrebbero lottare per ricevere riconoscimenti sul terreno dei diritti umani, alla fine Touraine (1981: 18) considera questa tattica una mossa tattica: "Dovremo vivere con movimenti di modernizzazione culturale legati a una critica liberale prima di poter assistere la rinascita dei movimenti sociali '.

È importante sottolineare che teorici come Touraine e Melucci non credono che i nuovi esperimenti che si svolgono in questi "laboratori sociali" siano marginali o destinati all'insuccesso. La visione prevalente della relazione tra NSM e cambiamento sociale tra i teorici dell'NSM viene catturata da Marable (1997: 11) che, commentando gli sviluppi del movimento di liberazione nera negli Stati Uniti, scrive che "la liberazione inizia vincendo piccole battaglie. . . creare fiducia tra gli oppressi, costruendo alla fine una visione democratica che possa sfidare con successo le fondamenta stesse di questo sistema ".

È la somma di queste "piccole battaglie" che trasformeranno la società destabilizzando lo stato coercitivo e delegittimando i suoi discorsi dominanti di potere. Come sostiene Melucci (1995: 114), "l'esistenza stessa dell'azione collettiva è un messaggio inviato alla società: il potere diventa visibile perché è sfidato dalla produzione di significati diversi".

A più lungo termine, i successi delle NSM non saranno contrassegnati dalla sostituzione di un discorso dominante con un altro, ma piuttosto dal "riconoscimento della diversità": una società culturalmente plurale (Melucci, 1989: 178). La nozione di un'evoluzione progressiva verso una società più avanzata è legata alle ideologie antiquate della modernità come il socialismo e il liberalismo, e quindi il principio per il cambiamento sociale nel mondo contemporaneo deve essere che l'idea di sostituzione deve essere sostituita dal cercare un'alternativa ", perché" ci stiamo muovendo semplicemente in un tipo di società in cui non c'è trascendenza. . . forza più l'azione collettiva per assumere un significato con il quale è superata »(Touraine, 1981: 2, 80). Con questo, Touraine implica che il valore delle NSM risieda nella loro esistenza come siti alternativi di democrazia allo stato, piuttosto che semplicemente come un mezzo per un fine più grande.

La tesi NSM, i cui elementi principali sono riassunti e contrapposti a una definizione del movimento del lavoro di tipo "ideale" nella Tabella 5.1, presenta una sfida interessante e sfaccettata alle definizioni di governance centrata sullo stato. Tuttavia, sia le ipotesi concettuali dei teorici del NSM sia la loro descrizione delle realtà pratiche delle NSM sono state messe alla prova da una varietà di prospettive.

Critiche della nuova tesi sui movimenti sociali:

Gli scienziati politici sono stati particolarmente critici sull'idea che gli NSM siano chiaramente distinti dai gruppi di pressione convenzionali. Il problema qui è che la tesi NSM ha prestato troppa attenzione alla presunta novità culturale e sociale di questi movimenti e non ha affrontato correttamente esattamente come questi gruppi sono organizzati, quali risorse usano per affermare i loro obiettivi e in che modo interagiscono con lo stato e altri attori politici. Poiché questi problemi non sono stati pienamente presi in considerazione dai teorici della NSM, questi movimenti sembrano avere "qualcosa di etereo o non realistico in loro" (Garner, 1996: 14).

Senza definizioni più precise, c'è il rischio di raggruppare insieme, sotto un unico termine, gruppi che hanno prospettive ideologiche molto diverse, livelli di impegno per la "causa", varie forme organizzative e una varietà di obiettivi politici oltre che culturali, Giordania e Maloney, 1997: 48-52).

Potrebbe non essere appropriato, ad esempio, raggruppare gruppi formali come Friends of the Earth, che offre relativamente poche opportunità di partecipazione da parte di normali sostenitori, e gruppi più radicali e decentralizzati come le campagne anti-strada come Earth First e Justice . Scott sostiene questo punto attraverso uno studio dello sviluppo del movimento verde nella Germania occidentale. Scopre che esiste una grande diversità ideologica, che può essere utilmente suddivisa lungo le linee convenzionali di sinistra e di destra.

Il fatto che la teoria di molti NSM abbia spesso mancato di riconoscere queste distinzioni ha fatto sì che la tesi NSMs tendesse a centrare l'espressione "più fondamentalista" di un particolare movimento, dando così una visione distorta del movimento nel suo complesso (Scott, 1990 : 150).

Jordan e Maloney (1997) si interrogano anche sulla misura in cui, in realtà, gli NSM possono essere sia non istituzionali che di successo. Questo ci porta al problema fondamentale della relazione tra lo stato e gli NSM, e se gli NSM debbano essere intesi come entità politiche o culturali. Una considerazione di queste domande espone la principale debolezza della tesi NSMs.

Teoristi come Touraine e Melucci affermano che gli NSM sono fenomeni culturali piuttosto che politici e non dovrebbero quindi preoccuparsi eccessivamente di questioni politiche convenzionali come l'estensione della cittadinanza. Da questa prospettiva, il successo è misurato dalla misura in cui gli NSM possono mantenere la loro autonomia dallo stato e mantenere la loro organizzazione a maglie larghe.

Come abbiamo visto, tuttavia, la tesi NSM non assume la marginalità di questi gruppi, ma sostiene che è attraverso questi gruppi che la società sarà trasformata e la governance ridefinita. Il problema con questa osservazione è che la natura e il metodo di questa trasformazione sono estremamente vaghi.

Ciò è dovuto in parte all'esagerata importanza attribuita al potere di trasformazione dei nuovi discorsi di emancipazione associati agli NSM. Tale "resistenza discorsiva" non prende in considerazione il problema di come il vero potere materiale che lo stato comanda possa essere smantellato o opposto con successo, e come la disparità coercitiva del mercato possa essere superata.

Pertanto, i teorici dell'NSM, che sostengono che tali movimenti possono avere un impatto rivoluzionario sul sistema sociale, sono costretti a cercare di identificare un appropriato presagio di questa trasformazione in un modo non molto lontano dai pensatori strutturalisti che criticano.

Ad esempio, Touraine (1981: 95), pur affermando la necessità che i movimenti mantengano l'autonomia e definiscano il loro futuro attraverso la propria agenzia sociale, cerca (invano) un singolo movimento per "occupare il ruolo centrale detenuto dai lavoratori" movimento nella società industriale "e così facendo cade nella trappola teleologica che identifica come un inciampo del marxismo.

Afferma che è "sbagliato credere che i movimenti sociali siano per definizione agenti di cambiamento storico", mentre allo stesso tempo crediamo che "la società è animata da un singolo movimento sociale per ogni classe sociale" (Touraine, 1981: 94-5). Se, come sostiene Touraine, gli individui fanno la propria storia attraverso le loro azioni sociali, allora quest'ultima affermazione ha tutto il potere teorico del desiderio di pensare.

Allo stesso modo Melucci, pur contestando l'idea che gli NSM possano formare un singolo movimento di trasformazione, è colto nel dilemma di voler dare un grande significato alle azioni degli NSMs pur non riuscendo a superare il problema identificato da Scott (1990: 67) che l'attività di movimento è instabile nella misura in cui non esiste un terzo corso efficace tra l'azione sporadica intorno a questioni specifiche e un'organizzazione politica formale ".

Il problema qui per Melucci ruota attorno al falso dualismo che afferma tra movimenti culturali e politici. Definendo gli NSM come culturali, Melucci rischia di perdere uno degli aspetti più originali dei movimenti sociali, che è la loro ridefinizione ed estensione del campo della politica che è avvenuto in un senso pratico oltre che teorico. Nelle società che sono governate 98 sfide allo stato

da parte dello stato, che ha giurisdizione obbligatoria e universale, gli NSM hanno poca scelta, a un certo punto, di interagire con lo stato e i suoi agenti, spesso in alleanza con gruppi più formali come i gruppi di pressione. È solo sfidando direttamente lo stato, piuttosto che ignorarlo, che lo stato può essere riformato e democratizzato.

In generale, quindi, la tesi NSM esalta l'autonomia che tali movimenti possono o potrebbero desiderare di mantenere. In realtà, il dilemma della purezza ideologica contro l'istituzionalizzazione crescente è sempre presente per le NSM. La loro capacità di unirsi in primo luogo e di mantenere la loro indipendenza non può essere compresa al di fuori del più ampio sistema politico.

Contrariamente a Melucci, molte delle questioni sollevate da tali movimenti si sono concentrate sull'estensione della cittadinanza dello stato, sia in termini di diritti civili, per esempio questioni relative all'età del consenso sessuale per gli uomini gay, o ai diritti sociali, ad esempio le donne lotta per le modifiche ai sistemi fiscali e previdenziali. Inoltre, queste lotte sono in corso.

Una critica correlata è che molti teorici non sono riusciti ad analizzare i continui vincoli sulle azioni e le risorse degli NSM. Gli scienziati politici hanno tentato di affrontare questi problemi di vincoli e risorse attraverso le teorie della mobilitazione delle risorse e delle opportunità politiche. McAdam (1996: 27) fornisce un esempio dell'approccio all'opportunità politica quando delinea i fattori che determinano la capacità delle NSM di influenzare l'agenda politica.

Questi includono:

1. La relativa apertura dello stato ai cambiamenti che si presentano nella società civile

2. La stabilità degli allineamenti d'élite

3. La presenza di alleati d'élite, in sintonia con i cambiamenti sociali proposti

4. La natura dei meccanismi di controllo sociale e la volontà dello stato di sopprimere la protesta e la formazione di nuovi movimenti

Questo approccio, insieme al modello di mobilitazione delle risorse, che sottolinea la necessità di considerare come gli NSM utilizzano tali risorse come tempo, denaro e capacità di leadership, suggerisce che la formazione e le azioni delle NSM debbano essere comprese nel loro contesto politico: la teoria delle NSM, nel suo desiderio di affermare l'importanza dell'agenzia sociale, ha spesso dimenticato l'importanza dei vincoli strutturali.

Questo problema è molto evidente nei paesi autoritari, in cui l'autonomia e la relativa libertà della società civile, spesso assunte dalla tesi della NSM, sono largamente assenti. Così come nota Gledhill (1994: 181), Touraine spesso mostra un approccio eurocentrico perché presume che l'esplosione dei "movimenti sociali" come li definisce sia condizionata a una società che raggiunge un certo stadio di sviluppo non ancora raggiunto in "dipendente" paesi periferici '.

In effetti, i movimenti sociali nei regimi autoritari devono lottare per ottenere, piuttosto che mantenere semplicemente, un livello di autonomia. Questo sarà spesso vinto solo se per qualche ragione i poteri coercitivi dello stato si indeboliscono. Ad esempio Zhao (1997) ha sostenuto che l'ascesa del movimento studentesco in Cina nel 1989 può essere attribuita principalmente al declino della legittimità statale all'interno delle università, che a sua volta ha contribuito ad allentare i controlli sulla mobilitazione degli studenti normalmente intrapresi dagli studenti attivisti in co -operation con lavoratori a pagamento.

Con l'progressiva liberalizzazione dell'economia e l'apertura di carriere alternative per i giovani, lo status e il numero di tali fedeli attivisti studenteschi sono diminuiti e, di conseguenza, il movimento studentesco è stato in grado di svilupparsi. Nel contesto latinoamericano, Foweraker (1995: 42) sostiene che "le relazioni molto diverse tra stato e società civile ... fanno la differenza: la sfida [delle NSM] non può essere montata a grande distanza dallo stato".

Se l'eccessiva enfasi sull'ideologia e la cultura dell'emancipazione ha portato i teorici dell'SNM a sottovalutare la necessità di una ricerca empirica sulla relazione tra NSM e il contesto in cui si evolvono, li ha anche stimolati a sopravvalutare la discontinuità tra "vecchi" movimenti sociali e NSM . Calhoun (1993) sostiene che all'inizio del diciannovesimo secolo assistettero alla formazione di tutta una serie di movimenti sociali in Europa e negli Stati Uniti che si basavano su questioni non materiali come la temperanza, i problemi dello stile di vita e la religione, molte delle quali avevano caratteristiche molto simili agli NSM della fine del XX secolo.

Si può anche sostenere che il movimento operaio del diciannovesimo secolo aveva una forte base nella società civile attraverso la loro organizzazione sindacale. Né l'enfasi è posta sulla costruzione di fiducia e autostima tra i loro membri nuovi ai movimenti contemporanei / come la seguente dichiarazione di Sylvia Pankhurst, uno dei leader del movimento di suffragio delle donne britanniche all'inizio del XX secolo, illustra:

L'esistenza di un forte movimento autosufficiente tra le donne lavoratrici sarebbe il più grande aiuto nella salvaguardia dei loro diritti nel giorno dell'insediamento. Inoltre, 1 guardavo al futuro: volevo scaldare queste donne della massa sommersa per essere, non solo l'argomento di persone più fortunate, ma per essere combattenti per conto proprio, (citato a Durham, 1985: 186).

L'incapacità di includere gruppi come movimenti pro-familiari, pro-vita o razzisti nella maggior parte delle discussioni sugli NSM solleva anche sospetti sul rigore accademico applicato nella tesi NSM. Questa critica può essere affrontata con successo, tuttavia, se i nuovi movimenti sociali sono definiti come emancipatori e anti-statisti nell'orientamento. Nevertheless, Jordan and Maloney (1997: 57) are right to suggest that 'the NSMs term is often used as a mark of approval of the (radical) goal rather than a statement about organisational structures that usefully distinguishes the group and the movement'.

This comment summarises the view of some critics that NSMs are barely more than abstract and ideological constructs, which tell us little about the true nature or objectives of collective action. As such, it could be argued that the term NSMs should be abandoned and instead collective action should be considered through conventional concepts like pressure groups and political parties.

The Significance of New Social Movements:

Given these extensive criticisms of the NSMs thesis, does the concept of NSMs have any utility for the political sociologist's concern with the state-civil society relationship? Where the NSMs thesis seems weakest is in its concentration upon the cultural aspects of movements at the expense of understanding the significant contributions some movements have made in redefining the concept of the politics. In this sense, NSMs have mounted an important symbolic challenge to the state and highlighted the ways in which the state-civil society relationship reflects deep social divisions and depoliticises important issues.

For example the often innovative methods of protest adopted by ecological and women's movements have helped to place many new issues firmly on the political agenda in many developed and developing countries. These include exposing the essentially ideologically constructed division between a male-dominated public sphere and a private sphere, where the operation of patriarchy attempts to keep women in a subservient position. Increasing awareness of the constant threat that industrial society poses to the global environment is also due in no small measure to the activities of NSMs.

As Scott (1990: 25) has argued, if NSMs are analysed in their proper political context, clearly they have helped to increase political participation amongst young people in Europe and the USA who have felt alienated from bureaucratic and increasingly similar political parties. The adoption of many of the issues championed by NSMs by political parties and pressure groups, argues Scott, should be seen as a success for these movements.

Indeed, even the demise of a movement, rather than signaling its failure or its institutionalization into a hostile system, can instead often signal the achievement of its goal (Scott, 1990: 10). The relationship between the state and social movements will be shaped by numerous economic, political and social factors that cannot be easily accommodated into a single grand theory as is often attempted by the NSM theorists. The course of events will sometimes mean that a particular movement can gain prominence and significantly influence the political debate, and at other times their prominence and relevance will fade: that is, NSMs are often cyclical in nature.

A good example of this process is provided by Ruzza's (1997) study of the relationship between the Italian peace movement and the state. Ruzza observes that at times when issues of defence were high on the agenda in Italy, such as in 1981 when the government proposed deploying Pershing and Cruise missiles or in 1991 during the Second Gulf War, the peace movement had a considerable impact in shifting public opinion towards support for nuclear-free zones and draft objectors.

In the absence of such galvanising events, the inherent tendency towards fragmentation displayed by such groups might lead to a decline in their influence. Such reliance on political events, the difficulties of maintaining anti- hierarchical structures while retaining coherence, and the problem of sustaining media coverage, means that many NSMs are perhaps best perceived as catalysts that sometimes spark action by more formal political actors. However, as Ruzza contends, this role can at times be of considerable importance in legitimising new areas of political concern as a basis for public debate and policy formulation.

The West European focus of much NSMs theory has obscured how, in the developing world, and throughout Eastern Europe, mass social movements have had an even more direct impact on the governance of these countries, playing an important role in breaking down authoritarian regimes. Foweraker (1995: 91) has shown, for example, how NSMs in Latin American countries have acted as 'schools of democracy in the form of intellectual caucuses, popular assemblies, demonstrations, sit-ins and negotiations with political authorities'. By playing such a role, NSMs have strongly contributed to democratic transition in many countries. In Chile during the early 1980s, for example, a mass women's movement was formed independently of conventional political parties and through campaigns such as the Women for Life demonstration in December 1983 the movement played a central role in the development of democracy (Foweraker, 1995: 110).

NSMs have considerably improved our understanding of the multi- faceted operation of power. In this regard, they have highlighted the importance of discourses of power and the way in which specialist systems of language can be used by the agents of the state in ways that contribute to very real inequalities in areas such as health care and education. Women's groups have highlighted how the symbolic portrayal of women in popular culture through pornography, advertising and cinema has helped to create an atmosphere of oppression for women and encouraged male violence towards them.

The NSMs thesis has also highlighted the difficult issue of how fundamental differences within democratic systems are to be accommodated and raised important questions about whether the state can ever be truly inclusive. NSMs have contributed to our understanding of the importance of social agency in shaping the relationship between the social and the political, and the ways in which individuals' conscious actions can help to subvert and transform social structures.

In this sense, they have shown how the state-civil society relationship is shaped by the agency of individuals as well as by structural forces. Consequently, political sociology has benefited from engaging in the NSMs debate, which has helped to expose the limits of a purely state-centred or society-centred approach to understanding the state's relationship with civil society.

Conclusione:

The activities of new social movements have thrown considerable light upon the problematic relationship between the state and civil society. Their very emergence as a political force can be explained by a distrust of the ability of the state to govern civil society in ways which are democratic and inclusive. Through their novel campaigns NSMs have highlighted the way in which the state is not neutral but in fact embodies the inequalities that pervade society.

Our understanding of the nature of communicative power has therefore been deepened through a consideration of new social movements. They have shown how our state-centred and therefore exclusive and hierarchical definitions of political problems reflect deep-seated power relationships.

However, like the challenges of globalisation and neo-liberalism, NSMs have served to highlight the problems of the state rather than significantly diminishing its power. In this sense, in their desire to maintain the purity of NSMs, champions of NSMs, such as Touraine and Melucci, are in danger of ignoring rather than engaging actively with the power of the state.

By themselves, the informal and sporadic actions of NSMs cannot hope to transform the relationship between state and civil society in the way Touraine and Melucci suggest. In reality, the state remains the central focal point of power, and social movements of all kinds need to interact directly with the state if they are not to be permanently marginalised politically.

The central argument of this part of the book then has been that in order to find effective systems of governance beyond the state it is first necessary to acknowledge the power of the state. We cannot prematurely announce the state's demise, as some exponents of globalisation have done. Nor can we ignore the state and find refuge in the market or in self-governing social movements. This would be to gravely underestimate the power of the state.

Nevertheless, recent processes of social change have been significant in changing the context in which the state operates and highlighting its problematic relationship with civil society. This had led political sociologists to reconsider the problem of governance. Part IV explores some ways in which the state-civil society relationship has been rethought by contemporary political sociologists. First, however Part III continues my analysis of the impact of social change upon the state- civil society relationship through a consideration of political culture, citizenship and political participation.